Il Maestro E Margherita by Michail Bulgakov

Il Maestro E Margherita by Michail Bulgakov

autore:Michail Bulgakov [Bulgakov, Michail]
La lingua: ita
Format: epub
Amazon: B00EZPXXJG
editore: REA Multimedia
pubblicato: 2014-12-14T23:00:00+00:00


LIBRO SECONDO

CAPITOLO DICIANNOVESIMO

Margherita

Seguimi, lettore! Chi ti ha detto che non c'è al mondo un amore vero, fedele, eterno? Gli taglino la lingua malefica, a quel bugiardo.

Seguimi, lettor mio, segui me solo, e io ti mostrerò un simile amore!

No! S'ingannava il Maestro quando all'ospedale, verso mezzanotte, diceva con amarezza a Ivanuška che essa l'aveva dimenticato. Questo non poteva accadere. Lei, naturalmente, non l'aveva dimenticato.

Sveleremo, prima di tutto, un segreto che il Maestro non aveva voluto svelare a Ivanuška. La sua amante si chiamava Margherita Nikolaevna. Tutto quello che egli aveva detto di lei al povero poeta era la pura verità. Aveva descritto fedelmente la sua diletta. Essa era bella e intelligente. A questo va aggiunto qualcos'altro: si può dire con sicurezza che molte donne avrebbero dato qualunque cosa per scambiare la loro sorte con quella di Margherita Nikolaevna. Trentenne, senza figli, era la moglie di un insigne specialista il quale, inoltre, aveva fatto una grandissima. Scoperta d'importanza nazionale. Era un uomo giovane, bello, onesto e adorava sua moglie. Margherita Nikolaevna e il marito occupavano da soli tutto il piano superiore di una bellissima palazzina con giardino in uno dei vicoli vicino all'Arbat. Un sito incantevole! Chiunque potrà convincersene se vorrà recarsi in quel giardino. Basterà rivolgersi a me, gli darò l'indirizzo, gl'insegnerò la strada, la palazzina è tuttora intatta.

Margherita Nikolaevna non era a corto di quattrini, poteva comprarsi tutto quel che voleva. Fra i conoscenti di suo marito c'erano anche degli uomini interessanti. Margherita Nikolaevna non toccava mai il fornello a petrolio, non sapeva quanto fosse orribile la vita in un appartamento in comune. Insomma... era una donna felice? No, nemmeno per un minuto. Da quando, a diciannove anni, si era sposata ed era andata a vivere nella palazzina, non aveva conosciuto la felicità. Oh numi! Di che cosa, dunque, aveva bisogno quella donna? Di che cosa aveva bisogno quella donna nei cui occhi ardeva sempre un incomprensibile fuocherello? Di che cosa aveva bisogno quella strega, lievemente strabica da un occhio, che in quella primavera si era adornata di mimose? Non lo so, lo ignoro. Evidentemente essa diceva la verità, aveva bisogno di lui, del Maestro, e non d'una palazzina gotica, né di un giardino particolare, né di quattrini. Essa lo amava, diceva la verità.

Anche a me, narratore veridico, ma persona estranea, si stringe il cuore pensando a quel che provò Margherita quando arrivò il giorno dopo nella casetta del Maestro (senza aver potuto, per fortuna, parlare col marito che non era tornato all'ora stabilita) e apprese che il Maestro non c'era piú. Essa fece di tutto per sapere qualcosa di lui e, naturalmente, non riuscí a scoprir nulla. Allora ritornò alla palazzina e qui riprese a vivere.

Ma non appena scomparve la neve sudicia dai marciapiedi e dai selciati, non appena dallo sportellino della finestra entrò il primo soffio di vento primaverile, umidiccio e inquieto, Margherita Nikolaevna si sentí piú depressa che durante l'inverno. Spesso piangeva di nascosto un lungo amaro pianto. Non sapeva se amava un vivo o un morto.



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